Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "Credo che sia un atto giusto e obbligato rispetto alla scelta di sabato scorso di giudicare politicamente il percorso del M5S, rispetto all’elezione del presidente della Repubblica. Non poteva continuare a farlo, visto che lo Statuto ha scisso in modo molto netto la parte politica da quella di garanzia. Di Maio aveva scelto di far parte del comitato di garanzia: ma allora non avrebbe dovuto esporsi con una critica così forte rispetto alla linea di Conte e quindi del M5S". Così Stefano Patuanelli al Fatto Quotidiano sulle dimissioni di Luigi Di Maio dal comitato di garanzia M5S. "La dialettica interna c’è stata e ci sarà. Ma non capisco la critica, avendo Di Maio partecipato alla cabina di regia sul Colle con le proprie idee. Non riesco a comprendere la natura dei suoi rilievi, visto che l’unico leader che ha ottenuto l’obiettivo è stato Conte. (...) Io mi chiedo come Di Maio e altri possano metterlo tra gli sconfitti. Il centrodestra è deflagrato senza eleggere un presidente espressione della sua area, e di fatto non esiste più. Mentre il Pd aveva mille anime che hanno espresso le loro idee. Per esempio Dario Franceschini era vicino a Conte nel sottolineare la difficoltà di creare un nuovo governo senza Draghi a Palazzo Chigi. Mentre il segretario dem Enrico Letta non ha mai nascosto la sua preferenza per il premier. La linea del Pd era variegata, quella del M5S una e una sola. Dopodichè se qualcuno sperava in altro deve chiarire e dare risposte"."Io dico che la linea di Conte è quella del M5S, costruita con un’ampia filiera decisionale. Sul Colle c’è stata massima condivisione: anche nelle ore convulse della fase finale, il presidente si è sempre interfacciato con i due capigruppo. La struttura del Movimento funziona. Evidentemente dietro c’è qualcosa di altro". Cosa pensa Beppe Grillo? "Ciò che pensa Beppe l’ha espresso in un post pochi giorni fa".