
Roma, 25 feb. (AdnKronos) - Sì della Camera al blind trust come strumento per risolvere i conflitti di interessi. Scatta in presenza di due grandi fattispecie In primo luogo quando il titolare della carica di governo nazionale possieda, anche per interposta persona o tramite società fiduciarie, partecipazioni rilevanti nei settori della difesa, dell'energia, del credito, delle opere pubbliche di preminente interesse nazionale, delle comunicazioni e dell'editoria di rilevanza nazionale, dei servizi pubblici erogati in concessione o autorizzazione, nonché in imprese operanti nel settore pubblicitario.In secondo luogo, quando per la concentrazione degli interessi patrimoniali e finanziari del titolare della carica di governo nazionale nel medesimo settore di mercato, si rilevi che essi siano tali da condizionare l'esercizio delle funzioni pubbliche ad esso attribuite o da alterare le regole di mercato relative alla libera concorrenza. Sono considerate rilevanti le partecipazioni detenute direttamente o per interposta persona superiori al 2 per cento del capitale sociale nel caso di società quotate in mercati regolamentati e al 10 per cento negli altri casi, nonché le partecipazioni inferiori a tali soglie che assicurino al titolare il controllo o la partecipazione al controllo. Vengono inoltre considerati rilevanti anche gli accordi contrattuali e i vincoli statutari che consentano di esercitare il controllo o la direzione e il coordinamento anche di enti non societari.
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