
(AdnKronos) - Quello di via Borgogna "è infatti un indegno esempio di mera speculazione edilizia privata, mascherata dai connotati del pubblico interesse. Non può essere definita altrimenti l’opera in questione, che su 325 posti auto complessivi ne riserva ben 238 – che significa 3 piani su 4 dell’intero parcheggio – ad usi esclusivamente privati, destinando a postazioni pubbliche a rotazione soltanto i restanti 87". Non certo, quindi, secondo i residenti e i commercianti della via, un "servizio reso al pubblico". Il parcheggio "non ha senso", soprattutto "se si considera che ormai da diversi anni lo stesso Comune di Milano ha posto in essere una serie di politiche programmatorie a tutti note (Ecopass, Area C, bike sharing, car sharing), al fine di spostare la domanda sul trasporto pubblico e di ridurre il traffico automobilistico, definitivamente abbandonando sia il concetto della libera circolazione delle auto, sia la creazione di parcheggi in struttura nel centro cittadino". Tutte queste politiche a tutela dell'ambiente e della sostenibilità "hanno portato all’attuale situazione di soprannumero di posti auto disponibili, rispetto alle esigenze effettive della collettività, nei numerosi parcheggi già esistenti nella zona e, perciò, rendono del tutto inutile ed irragionevole la creazione di uno nuovo". Esiste quindi il rischio "che è praticamente certo stando alla situazione di mercato appena descritta", si legge nella lettera denuncia "che anche questo parcheggio, come tutti gli altri, risulti perennemente in perdita, nonché l’ulteriore, e ben più grave pericolo, che i soldi dei cittadini siano distorti da usi effettivamente pubblici per andare a ripianarne i bilanci". Un "quadro drammatico", scrivono residenti e commercianti, destinato inevitabilmente ad avverarsi. Intanto sotto il profilo finanziario. "Bastino a tal fine -si legge- alcune considerazioni circa l’assenza di solidità e l’insostenibilità del progetto sotto il profilo economico-finanziario. La società costruttrice, la Expo Borgogna Parking (ex gruppo Claudio Salini), ha gonfiato con prezzi del tutto non congrui e fuori dal mercato i ricavi previsti nel piano economico finanziario del progetto, stimando la vendita dei posti auto ad un costo (110.000 euro per ciascun posto auto privato) che è doppio rispetto a quello di mercato corrente per i posti auto nella medesima zona (pari a circa 50.000 euro). A ciò si aggiunga che il costruttore ha fornito una fideiussione assicurativa rilasciata da parte di una società di un Paese black list (Gibilterra, ndr) e che lo stesso piano economico finanziario è stato asseverato da Banca Etruria, nota per le recenti vicende che ne hanno evidenziato il dissesto".
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