
(AdnKronos) - Al netto dei tentativi di raffreddare le polemiche interne, lo stato dei rapporti nel Pd resta quello che è. Anche oggi Gianni Cuperlo è tornato sulla polemica del doppio incarico. "Io ho fatto un congresso per dire che le cariche di segretario e di premier dovevano essere ricoperte da due persone diverse, e l'ho perso. Ritengo che dedicarsi alla guida del partito sia un incarico a tempo pieno che non si può fare a mezzo servizio". Cuperlo torna anche a chiedere a Renzi una parola di chiarezza nel rapporto tra Pd e Denis Verdini: "La domanda è: c'è qualcuno che pensa di trasformare l'attuale maggioranza transitoria ed eccezionale in una maggioranza politica per il dopo? Ho chiesto in tante occasioni al segretario del mio partito di rispondere a questa domanda. Se ci fosse una risposta chiara e d'impegno a ricostruire il campo di un centrosinistra di governo, anche affrontando quegli ostacoli che oggi abbiamo davanti, io penso che il clima all'interno del partito sarebbe meno teso e meno aspro". E poi Massimo D'Alema che precisa non aver fatto un "appello alla scissione" nell'intervista al Corriere ma di aver "solo sollevato una serie di preoccupazioni e posto dei problemi politici. Ho avuto risposte in generale sotto forma di insulti e nessuna replica sul merito". Di scissione parla anche uno che l'ha fatta sul serio: Cesare Salvi che con Fabio Mussi fondò Sinistra democratica dopo lo scioglimento dei Ds e la nascita del Pd. "Non ho consigli nè lezioni da dare", dice Salvi. Ma un consiglio, alla fine, lo dà: "Uscendo non si va da nessuna parte. Non dico che sia sbagliato in assoluto, ma c'è il rischio di essere condannati all'irrilevanza".
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