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AdnKronos
Roma, 15 mar. (AdnKronos) - "Nonostante Mario Draghi e le sue iniezioni di liquidità, l’economia italiana, ma anche quella europea, non si rianima, come dimostra il riaffacciarsi della deflazione nel nostro Paese e il generale andamento lento dell’occupazione in Europa, due aspetti che hanno sia forti ricadute sociali sia sotto il profilo della fiducia di imprese e cittadini". Così il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, commenta l’andamento a febbraio dell'inflazione e i dati Eurostat sull’andamento dell’occupazione nell’Ue."È arrivato il tempo per Juncker e Renzi, ognuno per le rispettive competenze -sottolinea il sindacalista-, di attivarsi, passando dalla fase degli annunci a quella degli atti concreti. Dal presidente della Commissione europea, ci attendiamo una presa di coscienza della criticità della situazione, generata in larga parte dalle fallimentari politiche di austerity che hanno ampliato le differenze territoriali all’interno di ogni singolo Stato membro; mentre dal presidente del Consiglio italiano attendiamo l’assegnazione della priorità nell’agenda politica al Mezzogiorno, al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, alla riforma della previdenza e del fisco, in chiave equa ovvero attenta ai carichi familiari". Anche le banche e le associazioni datoriali, conclude Capone, "debbono, però, scendere in campo: le prime finanziando gli investimenti produttivi, le altre trovando con i sindacati un punto di mediazione sulla parte economica dei contratti collettivi di lavoro, favorendo, in questo modo, la ripresa dei consumi interni".

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