Roma, 15 apr. (Labitalia) - "Il problema degli esodati è stato ingenerato, a fine 2011, dalla legge di riforma delle pensioni varata dal governo Monti-Fornero e ad oggi non è ancora stato risolto definitivamente, nonostante le sette leggi di salvaguardia che si sono susseguite da quella data in poi. Per questo motivo Cgil, Cisl e Uil, insieme ai comitati degli esodati, hanno indetto un presidio davanti al ministero dell'Economia e Finanze che si svolgerà il 22 aprile prossimo, per chiedere che venga messa in campo anche l’ottava legge di salvaguardia". Lo scrive Fulvia Colombini, della presidenza Inca, sulla rivista del patronato 'Esperienze'. "Sono anni che l’Inca e la Cgil chiedono una soluzione strutturale del problema -rimarca Colombini- ma i governi che si sono succeduti hanno provveduto al salvataggio delle persone con il contagocce, attraverso uno stillicidio davvero estenuante. Ogni legge di salvaguardia conteneva regole, criteri e misure diverse, a volte tra di loro contraddittorie, per cui riuscire ad entrare è stato vissuto come un vero e proprio terno al lotto. I nostri uffici Inca, nel presentare le domande per chi ne aveva diritto, dovevano anche supportare psicologicamente coloro che risultavano esclusi e dovevano tornare dalle loro famiglie con la triste notizia"."Nel dicembre scorso, c’erano tutte le condizioni politiche ed economiche per chiudere questo amaro capitolo della storia previdenziale del nostro paese", spiega Colombini ricordando che per Inps e ministero del Lavoro dovevano ancora essere coperte da salvaguardia 49.500 persone scoperte. "Sussistevano anche le risorse finanziarie -spiega l'Inca- perché esistevano importanti residui nel Fondo esodati, quali risorse non utilizzate nelle precedenti salvaguardie; purtroppo la legge di stabilità 2016, con criteri restrittivi, ha previsto il salvataggio di 26.500 lavoratori, escludendone 24.000"."Pertanto, oggi è necessario far partire una nuova mobilitazione per includere anche questo ultimo gruppo di persone -dice Colombini- che ancora oggi vivono l’ansia di aver perso il lavoro e di non possedere i requisiti per il diritto a pensione, con scarsissime possibilità di ricollocazione lavorativa, data la loro età avanzata e le condizioni del mercato del lavoro italiano, nel quale il tasso di disoccupazione è ancora molto alto e colpisce anche le fasce più giovani e scolarizzate della popolazione"."Se verrà varata in tempi brevi l’ottava salvaguardia avremo fatto un passo in avanti, anche se oltre sei anni di tempo per risolvere un così grave problema, creato da una legge sbagliata e varata troppo frettolosamente, sono veramente troppi, se calcolati sulla base dell’ansia, dell’incertezza e dello scoraggiamento vissuto dalle centinaia di migliaia di persone che all’improvviso si sono trovate senza nessuna via d’uscita: senza lavoro, senza pensione, senza prospettive di rioccuparsi", prosegue."Ci auguriamo che il governo senta l’urgenza di risolvere almeno questo problema, anche perché siamo stanchi delle promesse non mantenute, come l’impegno a ripristinare una certa flessibilità in uscita, dopo che intere generazioni di età elevata sono state bloccate al lavoro", conclude Colombini.