
Roma, 13 dic. (AdnKronos) - Gli oneri per il mantenimento della società concessionaria Stretto di Messina sono ancora elevati e, per questo, va accelerata la sua liquidazione. E' la sollecitazione che giunge dalla Corte dei conti nella relazione sulla ridefinizione dei rapporti contrattuali della società Stretto di Messina. "L’onere annuo per il mantenimento in vita della concessionaria, sceso sotto i due milioni di euro solo nel 2015, risulta ancora notevole - sottolineano i magistrati contabili - e, pertanto, il superiore interesse al buon andamento amministrativo suggerisce celerità nella liquidazione della concessionaria". "La sottoscrizione, nel marzo 2006, del contratto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina non fu condivisa - ricorda la Corte dei Conti - dal Governo insediatosi all’inizio della XV legislatura (maggio 2006), mentre fu confermata, nei suoi effetti, dall’esecutivo che aprì la successiva (2008). L’incertezza sulla fattibilità dell’opera ha prodotto la richiesta di danni nei confronti dell’amministrazione e l’accordo transattivo del 2009, con nuove condizioni concesse alla parte privata". "Quest’ultima - prosegue ancora la Corte dei Conti - dichiarò il recesso, invocando le favorevoli clausole sottoscritte nel 2009, pur contestandone la parte pubblica la loro applicabilità. A sua volta, il decreto legge 87/2012 stabilì che la caducazione dei vincoli contrattuali comportasse un mero indennizzo; ne è seguito un rilevante contenzioso, tuttora in corso, tra la società concessionaria Stretto di Messina e le parti private. Inoltre, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni, da cui un ulteriore contenzioso".
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