Sanità: Oms, troppe differenze nell'uso antibiotici tra i Paesi

Hill, abuso e uso sbagliato alle radici delle resistenze

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AdnKronos
Roma, 12 nov. (AdnKronos Salute) - Da circa 4 dosi giornaliere per 1.000 abitanti a più di 64. Nuovi dati pubblicati oggi dall'Organizzazione mondiale della sanità rivelano ampie differenze nel consumo di antibiotici in 65 diversi Paesi del mondo. Ciò indica che alcuni Paesi stanno probabilmente sfruttando troppo gli antibiotici, mentre altri potrebbero non avere un accesso sufficiente a questi medicinali salvavita, afferma l'Oms in occasione della World Antibiotic Awareness Week, in corso fino al 18 novembre. Una settimana di iniziative per favorire la consapevolezza di un uso corretto di questi farmaci e tenere a bada il rischio, più volte paventato, di un'apocalisse antibiotica, con super-bug in grado di difendersi anche dai farmaci di ultima istanza.Ebbene, l'uso di questi medicinali varia molto nel mondo. In particolare la Regione europea dell'Oms, che ha fornito i dati più completi, ha un consumo medio di 17,9 dosi giornaliere per 1.000 abitanti, con una differenza di quasi 4 volte tra il Paese più povero e quello con il più alto consumo nella regione. "L'abuso e l'uso errato di antibiotici sono le principali cause della resistenza antimicrobica. Senza antibiotici efficaci e altri antimicrobici, perderemo la nostra capacità di trattare infezioni comuni come la polmonite", afferma Suzanne Hill, direttore del Dipartimento di farmaci essenziali e prodotti sanitari dell'Oms. "I risultati di questo rapporto confermano la necessità di intraprendere azioni urgenti, come l'applicazione di politiche di sola prescrizione, per ridurre l'uso non necessario di antibiotici"."Con 33.000 morti ogni anno in Europa per un'infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici e 1 miliardo di euro di spese sanitarie l'anno, dobbiamo garantire che gli antibiotici siano utilizzati con prudenza e che siano predisposte misure di prevenzione delle infezioni in tutta Europa", dichiara Andrea Ammon, direttore del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Il report Oms rileva che amoxicillina e amoxicillina/acido clavulanico sono gli antibiotici più frequentemente utilizzati in tutto il mondo. Questi farmaci sono raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità come trattamento di prima o seconda linea per le infezioni comuni e appartengono alla categoria 'Access' dell'elenco dei farmaci essenziali dell'Oms. Gli antibiotici ad ampio spettro, come cefalosporine di terza generazione, chinoloni e carbapenemici, sono classificati come antibiotici 'Watch' che dovrebbero essere usati con cautela a causa dell'elevato potenziale di favorire resistenza antimicrobica o dei loro effetti collaterali. Infine gli antibiotici di gruppo 'Reserve', che dovrebbero essere usati ultima istanza, rappresentano meno del 2% del consumo totale di antibiotici nella maggior parte dei Paesi ad alto reddito e non sono segnalati dalla maggior parte di quelli a basso e medio reddito. Ciò potrebbe indicare che alcuni Paesi potrebbero non avere accesso a questi farmaci, necessari per il trattamento di complicate infezioni multiresistenti. Un uso corretto e sempre più consapevole di questi medicinali potrà aiutarci a preservarne l'efficacia, contrastando il crescente fenomeno della farmacoresistenza, concludono gli esperti.

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