
Roma, 29 lug. (Adnkronos) - Scatta l'allerta sicurezza informatica nel settore turistico dell'hospitality. Nell’estate del Covid, le misure di prevenzione e le restrizioni in atto potrebbero, infatti, non essere l’unico nemico del settore ospitalità e ristorazione perché "gli hacker sono sempre in agguato". A evidenziarlo sono i dati dell’industria turistica del Dbir 2020 di Verizon, che ha analizzato più di 100 incidenti ai danni di aziende del settore a livello mondiale, dei quali 92 con una perdita di dati confermata.Tra gli obiettivi principali degli attacchi a questo settore ci sono i dati relativi ai pagamenti (68%), ma anche quelli personali (44%), seguiti dal furto di credenziali (14%). Oltre ai danni alla reputazione e alla perdita di fiducia da parte degli utenti, uno dei rischi più concreti evidenziati dai ricercatori è proprio la perdita dei dati personali dei propri ospiti, perché nonostante queste attività rappresentino una miniera di dati legati ai pagamenti che attrae i cybercriminali, spesso i dati personali sono un derivato del bottino di questi attacchi.Tra i principali tipi di attacco, i metodi più gettonati (61% dei casi) per sottrarre queste informazioni sono gli attacchi crimeware, cioè attraverso malware che hanno la capacità di automatizzare azioni contro la sfera finanziaria di un’azienda, seguiti da attacchi alle applicazioni web e ai PoS. Ben il 79% degli attacchi ha avuto origine da attori esterni, il 22% dall’interno delle organizzazioni.
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