Porto Torres, fuga in massa dall'Upc
Si dimettono oltre cento tesserati

di Antonio Muglia

PORTO TORRES. L'Upc, l'Unione popolare cristiana, è nella bufera: sono state consegnate infatti circa cento firme di dimissioni da parte di altrettanti iscritti.
"A seguito di quanto deliberato dall'assemblea cittadina dell'Unione popolare cristiana di Porto Torres tenutasi lunedì 19 maggio scorso - è scritto in una nota dell'ormai ex segretario cittadino Alessandro Carta - si comunicano le dimissioni in massa della totalità dei componenti politici e istituzionali portotorresi dal partito dell'Unione Popolare Cristiana, con la consapevolezza che altri faranno altrettanto a livello provinciale". Non faranno più parte dell'Upc l'ex segretario regionale Enrico Piras, l'ex consigliere regionale Massimo Mulas, l'ex segretario provinciale Marco Francesconi, il gruppo consiliare comunale, i componenti dell'assemblea provinciale Antonio Chessa, Franco Manca, Marco Pintus, Gavino Ruiu e Airino Bazzoni, il Coordinamento Pari Opportunità ed il Movimento Giovanile cittadini, e tutti i 93 iscritti e componenti dell'assemblea.

"La motivazione determinate di tale decisione - scrive Carta - scaturisce anche dalle recenti ed incomprensibili vicissitudini politiche, ma soprattutto in considerazione della totale assenza del partito dal dibattito sulle elezioni europee. Sebbene, infatti, con la figura del segretario nazionale Antonio Satta, il partito si sia sempre annunciato come una forza di respiro nazionale, non vi è stata alcuna assemblea di carattere nazionale, regionale o provinciale per avere indicazioni di voto al riguardo. Pertanto, l'intero gruppo cittadino ha ritenuto necessario prendere tale decisione, in quanto sono ormai venuti meno il senso di appartenenza e rappresentatività rispetto a logiche politiche lontane dai principi che hanno sempre ispirato il nostro modo di fare politica".

 

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