I fondali del mare di Cala di Volpe rifioriscono grazie a Blue Forest

OLBIA. Ottanta ettari di fondale marino, nel cuore della Costa Smeralda, diventeranno il teatro del più ampio intervento di riforestazione marina mai avviato nel Mar Mediterraneo. Si chiama Blue Forest ed è il progetto lanciato da One Ocean Foundation, in collaborazione con l'Università di Sassari, il supporto tecnico della International School for Scientific Diving, e il sostegno di Pirelli e Smeralda Holding. L'obiettivo è tanto ambizioso quanto necessario: ripristinare la Posidonia oceanica, una pianta marina fondamentale per la salute degli ecosistemi costieri e tra i più efficaci serbatoi naturali di carbonio. L'intervento si concentrerà nella baia di Cala di Volpe, all'interno del campo boe istituito vent'anni fa da Smeralda Holding per regolamentare l'accesso e proteggere i fondali dalla pressione antropica e dagli ancoraggi incontrollati. Una scelta lungimirante, che oggi si rivela propedeutica al restauro ecologico su larga scala.

"La Costa Smeralda non può che essere all'avanguardia nella tutela del mare – ha dichiarato Mario Ferraro, CEO di Smeralda Holding –. Il campo boe di Cala di Volpe, realizzato vent'anni fa, è stato un primo passo concreto. Oggi, con Blue Forest, rafforziamo il nostro impegno per la biodiversità marina, attraverso una visione condivisa e replicabile in altre località turistiche".La prateria di Posidonia oceanica, danneggiata negli anni passati da ancoraggi indiscriminati, sarà oggetto di interventi scientifici mirati: reimpianto, monitoraggio, e studio degli effetti a lungo termine. La Posidonia, infatti, non è un'alga ma una vera pianta sottomarina, dotata di radici, fusti e foglie, capace di proteggere le coste dall'erosione e di fornire habitat preziosi per pesci, crostacei e molluschi.

Il progetto Blue Forest non è solo un'opera di restauro, ma anche un'iniziativa di sensibilizzazione: un modello virtuoso che unisce scienza, impresa e istituzioni per tutelare il capitale naturale del Mediterraneo. Con il supporto di partner come Pirelli e l'impegno di un territorio che da anni investe nella sostenibilità, Cala di Volpe diventa simbolo di un nuovo paradigma: turismo di qualità, ricerca scientifica e tutela ambientale possono e devono coesistere.

La speranza, ora, è che l'esperienza sarda funga da apripista per altri interventi simili lungo le coste italiane e mediterranee. Perché la salute del mare è una responsabilità condivisa, e parte proprio da azioni concrete come questa.

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