Decarbonizzare, 5 aziende italiane leader del cambiamento

economia
AdnKronos
Roma, 16 ott. - (AdnKronos) - Obiettivo decarbonizzare? Per 5 grandi aziende italiane (Novamont, Coop, LVHM/Bulgari, Sofidel ed Enel) "il futuro è ora" e le parole chiave del cambiamento sono: sicurezza climatica ed economia circolare. Se ne è discusso in occasione del convegno "The future is now", side event che inaugura l'appuntamento internazionale del cinquantennale del Club di Roma che si terrà il 17 e 18 ottobre all’Istituto Patristicum Augustinianum (via Paolo VI, 25).La strada fissata dall'Accordo di Parigi intende limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi entro la fine del secolo ma senza una decisa correzione di rotta la temperatura salirà di oltre 3 gradi alla fine del secolo. Mentre i governi prendono tempo e qualcuno fa addirittura marci indietro, alcune imprese hanno deciso di accelerare i tempi.In un quadro in cui Paesi come l'Italia vedono aumentare le loro emissioni di gas serra del 3,2% nel 2017 in campo energetico (rispetto a una media europea comunque in crescita dell'1,8%), le aziende del green Made in Italy' registrano diminuzioni che vanno fino al 25% da qui al 2020. Per far fronte alle sfide future Novamont ha puntato su una visione di lungo termine collegata con i territori. La decarbonizzazione dell'economia per l'azienda di Novara, passa per processi produttivi integrati, l'efficientamento energetico, le rinnovabili e la messa a punto di prodotti e soluzioni in grado di risolvere il problema della gestione dei rifiuti.Nel 2017 questi impegni hanno permesso il risparmio di 54.000 tonnellate di CO2e, pari al traffico di circa 28.000 city-car in un anno. Fondamentale nella politica di Novamont è la riconversione di impianti tradizionali non più competitivi o dismessi e i siti produttivi di Mater-Biopolymer, Mater-Biotech e Matrica, in Joint venture, sono un esempi di questo impegno. Nella logica circolare di riduzione e di valorizzazione degli scarti, inoltre, nel sito di Materbiopolymer, con capacità produttiva di 100 mila tonnellate circa di Origo-bi, è stato realizzato un impianto per il recupero del THF, un solvente molto utilizzato nel settore chimico e farmaceutico, che consente un risparmio netto di circa 0,7 chili di CO2eq. per ogni chilo di Origo-Bi prodotto.Anche Enel punta all'economia circolare con il progetto Futur-e: un piano per riqualificare 23 siti relativi a centrali termoelettriche con un approccio partecipativo e condiviso con le comunità locali. Inoltre l’iniziativa 'Cantieri sostenibili' si ispira alla circolarità nella scelta dei materiali da usare e nel recupero di quelli demoliti. Al 2020 Enel ha un target di riduzione di emissioni di CO₂ del 25% rispetto al 2007.Il caso simbolo per Coop è rappresentato dagli shopper. Nel 2009 l’azienda della Gdo ha anticipato la sostituzione degli shopper tradizionali in plastica (circa 450 milioni l’anno immessi nell’ambiente) con i sacchetti biodegradabili in Mater-Bi (che oggi la normativa ha reso obbligatorie) e con le borse riutilizzabili fatte di plastica, cotone e juta. In 9 anni, questo impegno ha portato a un risparmio annuo di circa 7.000 tonnellate di Co2. C'è poi Sofidel, azienda produttrice di carta per uso igienico e domestico, che entro il 2020 si è impegnata a ridurre del 23% le emissioni dirette di CO₂ per tonnellata di carta prodotta rispetto ai valori del 2009. Quanto alla materia prima, dal 2017 il 100% della cellulosa utilizzata dall'azienda è certificata da terze parti indipendenti con schemi di certificazione forestale.Anche il settore del lusso può fare la sua parte. LVHM-Bulgari si è, infatti, impegnata a ridurre le sue emissioni di CO₂ del 25% rispetto al 2013 entro il 2020 e a migliorare l'efficienza energetica del 15%, sempre entro il 2020.

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