
(Adnkronos) - Un ruolo rilevante, in questa guerra, viene rivestito da Vito Crimi, a cui Sabatini riserva le parole forse più dure nel suo libro. "In qualità di capo politico reggente e di presidente del comitato di garanzia, mise in atto una decisione eclatante: bloccare i probiviri nell’avviare provvedimenti disciplinari contro chi non restituiva parte dello stipendio o verso chi non era in regola con i pagamenti a Rousseau. Un atto senza precedenti che rovesciava totalmente il principio cardine del MoVimento: il rispetto delle regole stabilite. Ma c’era di più". "Il doppio ruolo rivestito gli conferiva un potere incredibilmente superiore a qualunque capo politico. In quanto presidente del comitato di garanzia, Vito Crimi presiedeva il comitato che fungeva da organo di appello per chiunque fosse stato oggetto di eventuali sanzioni". Si trattava, rimarca Sabatini, "di un’autorità abnorme. Un potere in grado di ledere ogni contrappeso di garanzia in una comunità. Un potere in grado di rendereuna sola persona il padrone assoluto senza alcun bisogno di un passaggio assembleare. Avvalendosi, in quanto membro anziano del comitato di garanzia, della possibilità di reggenza da quasi più di un anno e mezzo, Vito Crimi si attribuì di fatto una forza al di sopra di chiunque altro. Ovviamente gli esiti non tardarono ad arrivare"."Il MoVimento, - si legge sempre nel libro della Sabatini - attraverso Vito Crimi, iniziò a chiedere e a ottenere da noi un numero assolutamente eccessivo di attività aggiuntive" e i membri del'associazione Rousseau, secondo la compagna di vita di Davide Casaleggio, "da vittime" vennero "descritti agli occhi del mondo addirittura come carnefici". "La tecnica del procrastinare e dello sfruttare il lavoro degli altri unita a una nostra forse anche ingenua sicurezza di una buona fede delle persone che avevamo davanti, avrebbe portato in pochi mesi alla conseguenza peggiore: un debito di oltre mezzo milione di euro del MoVimento 5 Stelle nei confronti di Rousseau con svariati professionisti che attendevano di essere retribuiti per le prestazioni garantite e con il MoVimento che si rifiutava di farlo".
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