**Strage Erba: Monteleone (Le Iene), 'c’è un giudice a Milano'**

cronaca
AdnKronos
Milano, 13 apr. (Adnkronos) - "In Italia ci sono un numero basso di revisioni, circa 150 richieste l’anno di cui molte inammissibili, ma dietro a numeri bassi, 20-25 persone che vedono accolta la propria richiesta, ci sono delle vite. Io rivendico il diritto di rimettere in discussione il potere giudiziario, il meno criticato in Italia, perché come tutti anche i giudici sbagliano. Ci sono errori che sono riparabili ed è ingiusto impedire che si discuta di una vicenda processuale quando è finita". A parlare all'Adnkronos è Antonino Monteleone, giornalista de 'Le Iene', all'indomani della notizia che il sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser si è espresso sull’ipotesi di revisione sulla strage di Erba con una relazione che ora dovrà essere valutata dai vertici della procura generale. "Paludo all’iniziativa del sostituto pg e spero non gli diano dell’eretico, per quanto mi riguarda posso dire che 'c’è un giudice a Milano'", mutando la frase celebre di un'opera di Bertold Brecht in cui il protagonista lotta per vedere riparato un abuso. Con i suoi servizi televisivi ha contribuito a riaccendere i riflettori sulla strage, in cui sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, e si dichiara "soddisfatto di aver mostrato ai telespettatori atti rimasti fuori dal processo, di aver fatto emergere discrepanze agli occhi di chi leggeva solo giornali o sentenze, di aver stimolato lo spirito critico. Bisogna superare l'idea che non esistano errori giudiziari, così come che un giornalista non possa intervenire dopo una sentenza definitiva. Ai politici e ad altre categorie non viene perdonato niente, ma quando si tratta di magistratura è come se avessimo paura e, invece, anche i giudici possono sbagliare" spiega il giornalista Mediaset. "Sono stato trattato talvolta come un povero scemo, mi dicono 'basta leggere le sentenze per capire che è tutto chiaro', ma si dimenticano che l’indagine giornalistica applica 'criteri di inclusione’', a differenza del procedimento penale. Sono due mestieri diversi", oggi un po' si vengono incontro, "e mi godo questa piccola soddisfazione" conclude Antonino Monteleone.

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