SASSARI. Per alcuni è l'arte della scorciatoia, l'elettricità che scaturisce da un furtarello, l'ebbrezza di una firma falsa. Per altri, si spera ancora la maggior parte della popolazione, semplicemente una truffa. Protagonista di questa vicenda all'italiana è una ragazza che ha subìto il giudizio dell'ateneo di Sassari dopo essere stata scoperta a falsificare un verbale d'esame. Il luogo dell'accaduto dovrebbe essere il dipartimento di Veterinaria, in via Vienna. Tra una lezione e l'altra la studentessa ha pensato di trovare una via più breve al sudore e alle ore spese sui libri. In pratica, ogni docente universitario ha un registro dove annotare gli argomenti dei test, i voti e ovviamente il nome degli studenti. La firma in fondo al cosiddetto "statino", comunque, è sempre del professore. Ecco quindi la scorciatoia: la studentessa si è procurata il registro e ha fatto da sé. Salvo poi essere scoperta.
La sua situazione è stata esaminata dalla commissione disciplinare. Davanti ai professori la studentessa "ha ammesso le proprie responsabilità ed è stata sospesa per tre mesi". Dovrà però frequentare per 150 ore l'ospedale didattico veterinario. Finita qui? Niente affatto, perché la strigliata se la sono presa anche i professori. Uno dei senatori dell'ateneo ha infatti invitato "i docenti a custodire con maggiore accuratezza i verbali degli esami".


