ROMA. Un viaggio alla scoperta del proprio lato femminile. Ecco cosa ha significato per Jared Leto vestire i panni del transessuale malato di Aids Rayon, co-protagonista insieme a Matthew McConaughey in "Dallas buyer club". L'attore, che è anche il front man della band hard rock "Thirty second to Mars" è schietto è diretto di fronte ai giornalisti durante l'incontro per la presentazione del film in concorso al festival del cinema di Roma. Si presenta in perfetta mise da rocker: capelli lunghi, occhiali da sole, che però toglie subito, pronto a rispondere al fuoco incrociato delle domande. «Ho perso 15-20 chili per diventare Ryon, poi ho indossato tacchi e gonne, ma quello che più mi preoccupava era cercare di non renderlo caricaturale. - spiega - Non volevo che fosse l'ennesimo cliché, visto in tanti altri film». Perciò durante la preparazione del film ha parlato a lungo con i transgender, per fare in modo di capire come fosse la loro visione delle cose. Perché Rayon è un ragazzo che si sente in un corpo che non è suo, lo sente come una prigione. «Voleva vivere la sua vita come una donna, si sentiva parte di un altro genere. Quello che ho fatto è un viaggio molto stimolante alla scoperta del lato femminile. Del mio lato femminile».
Quarantadue anni il prossimo 26 dicembre, Jared Leto è una personalità eclettica a cavallo tra musica e cinema, difficilmente inquadrabile. Mancava dal grande schermo da sei anni. Il suo ultimo film risale infatti al 2009, "Mr. Nobody" di Jaco Van Dormael, presentato in concorso a Venezia. E di questa "latitanza" dal cinema ci scherza su:«In generale punto più sulla qualità che sulla quantità - racconta - inoltre facendo parte di una band, spesso il mio tempo lo dedico a suonare, cantare, fare tour con il gruppo. Cerco di non mescolare mai gli impegni. Ora prima di "Dallas buyers club" erano sei anni che non leggevo uno script». Ora il suo penultimo film verrà finalmente distribuito negli Usa, anche se rimarca come gli americani forse siano un po' impreparati alla visione. «E' un film impegnativo e il pubblico statunitense è poco aperto».
Nella sua carriera si mescolano film indipendenti come "Requiem for a dream" di Darren Aronofsky, opere d'autore come "La sottile linea rossa" di Terrence Malick, kolossal controversi come "Alexander" di Oliver Stone, dove ha dato vita ad un Efestione decisamente "camp", la doppia collaborazione con David Fincher per "Fight club" e "Panic room". Per sua ammissione preferisce i ruoli in opere indipendenti. Tant'è che è stato entusiasta di partecipare ad un film low budget come "Dallas buyers club". «Amo questo genere di film, anche voi in Italia ne avete qualcuno. "Gomorra", ad esempio. L'ho trovato stupendo».
Il discorso poi ritorna sul film e sull'assistenza medica. Ron Woodroof, il protagonista di "Dallas buyers club" lottava per un'assistenza medica per tutti, per un accesso ai medicinali democratico. Nel 1985 l'Azt era l'unico medicinale antivirale a dare speranze nel trattamento dell'Hiv, ma era disponibile solo con i pazienti che partecipavano alle sperimentazioni, perciò era anche venduto sottobanco nel mercato nero dei farmaci. Una volta in commercio, costava 10mila dollari una fornitura annuale, tanto da essere all'epoca il più costoso medicinale messo in commercio. L'azione di Woodroof, quella di creare un mercato di medicine low cost per tutti, era un modo per permettere a tutti gli ammalati di Aids di accedere alle cure, cercando anche forme di cura alternative, ma con basi scientifiche solide.
Tutt'ora l'assistenza sanitaria in America è legata ad assicurazioni per la vita che non tutti si possono permettere. Jared Leto su questo punto è molto esplicito: «Chiunque deve avere un'assistenza medica di eccellenza, senza eccezioni. Quando sono stato in Italia per i miei concerti, una volta non sono stato bene, ma ho avuto la possibilità di poter fare delle analisi, una cosa impossibile altrove. Dai test fatti poi è emerso ciò che avevo e che medicina dovevo usare. Tutto ciò ad un prezzo bassissimo, appena 7 euro. In America non è così, lì se possono al massimo ti prescrivono il farmaco più potente e basta. E non tutti possono avere tanto denaro per comprarlo oltretutto».


