OLBIA. "Dopo le passerelle, le promesse da 'malu pagadori' (letteralmente, cattivo pagatore, ndr), le ridicole bacchettate di chi ci ha accusato di aver utilizzato dei fondi per poi rendersi conto, non senza imbarazzo, che a bloccarli è stato qualche solerte burocrate romano, assistiamo ora allo spettacolo indecoroso dei rinvii, delle beffe, di un sostegno che non arriva mai. Cambiano i presidenti del Consiglio, ma prosegue una vergognosa e subdola secessione dello Stato centrale dalla Sardegna". Ha commentato così la bocciatura alla Camera di alcuni emendamenti a favore degli alluvionati della Sardegna, l'ex presidente della Regione Ugo Cappellacci, in carica nei giorni dell'alluvione del novembre scorso. "Se il reato di omissione di soccorso fosse esteso anche a decisioni di carattere politico, - ha aggiunto l'ex presidente - lo Stato centrale e in particolare i governi Letta e Renzi dovrebbero essere chiamati a risponderne".
Intanto da più parti dell'isola arrivano pesanti critiche alla decisione odierna del Governo; anche il presidente della Confindustria Sardegna Centrale, Roberto Bornioli ha espresso parole dure sull'operato dell'esecutivo a Roma, affermando che "E' intollerabile la bocciatura degli emendamenti a favore delle imprese danneggiate da alluvione. E' slealtà di Stato, l'ennesimo affronto che la Sardegna subisce da uno Stato che sembra essere sempre più distante dalla nostra terra e delle nostre imprese". Bornioli ha poi ricordato che il governo precedente "promise 90 milioni di euro a fronte di 630 milioni di danni quantificati dallo stesso esecutivo". Fondi che non sono arrivati sull'isola, mentre le risorse "servirebbero immediatamente per ricostruire strade, ponti e depuratori distrutti dall'alluvione". "Chiediamo a gran voce che l'attuale governo dia una risposta chiara e immediata che in qualche modo ripaghi la Sardegna del torto subito oggi. Diversamente, quanto accaduto alla Camera sarà soltanto l' occasione per una presa d'atto collettiva dell'inaccettabile slealtà da parte dello Stato verso la nostra Regione", ha concluso Bornioli.