Poligoni militari e difesa dell'ambiente, interrogazione in Parlamento

Un anno fa la firma del Protocollo d'intesa in materia di tutela ambientale e attività militari. Il ministro dell'Ambiente: "Aumentiamo i controlli ambientali e la trasparenza nelle aree ed esercitazioni militari, credo che questo vada nell'interesse dell'ambiente e dei cittadini". Il ministro della Difesa: "Vogliamo aprire la Difesa il più possibile al mondo esterno, il tema delle esercitazioni militari e dei poligoni è un tema particolarmente delicato, vogliamo in modo preventivo, puntuale e sistematico che il Ministero dell'Ambiente possa aiutarci a verificare che tutto sia perfettamente nella norma e quindi la salute e la sicurezza dei cittadini siano perfettamente preservati".
Belle parole, impegni importanti, ma da allora e fino ad oggi il silenzio più assoluto. Roberto Cotti (M5S): "Le chiacchiere e i distintivi stanno a zero, si dia seguito agli impegni di trasparenza e tutela dell'ambiente assunti dai ministri Galletti e Pinotti, fuori i risultati prodotti dal Protocollo d'intesa!"
Ecco l'interrogazione parlamentare:

 "Presentato un anno fa come frutto di una collaborazione instauratasi da tempo tra i due dicasteri e soprattutto con riferimento alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari (tenutasi a Roma nel giugno 2014), il Protocollo d'intesa in materia di tutela ambientale e attività esercitative militari (sottoscritto tra il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e il ministro della difesa Roberta Pinotti) venne subito salutato come importante e strategico strumento per risolvere una serie di problematiche locali sempre più pressanti. (https://youtu.be/eD4e9jQpCo4).
Da allora, però, non se n'è più saputo nulla nonostante gli impegni assunti a difesa della salute e della sicurezza dei cittadini.

I contenuti dell'accordo. Con il Protocollo, il ministero dell'Ambiente mise la propria competenza a disposizione della Difesa attraverso un supporto tecnico-giuridico sugli aspetti di tutela dell'ambiente durante le attività esercitativo-militari (condividendo in  questo metodologie atte ad effettuare rilievi e misurazioni), impegnandosi a garantire assistenza in materia di bonifica e ripristino ambientale nei poligoni militari. Da parte sua, invece, la Difesa ebbe a promettere relazioni annuali sul monitoraggio ambientale dei siti militari e sull'individuazione recupero, gestione, tracciabilità e smaltimento dei rifiuti connessi alle predette attività. Di più: l'accordo prevedeva un Tavolo tecnico in cui la Difesa avrebbe comunicato i dati relativi ai controlli in materia di radioattività ambientale (precisando gli standard utilizzati), mentre per le aree militari ricadenti all'interno del perimetro di Siti di Interesse Nazionale, anche la trasmissione di informazioni sulle attività di caratterizzazione, messa in sicurezza, bonifica e monitoraggio periodico delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque  sotterranee, acque superficiali e marine, sedimenti).  https://goo.gl/eMF1Bh

Il M5S presenta un'interrogazione parlamentare. Così Roberto Cotti (primo firmatario dell'interrogazione), ai ministri dell'Ambiente e della Difesa: "Cosa ha prodotto il supporto tecnico-giuridico del ministero dell'Ambiente e quali sono le ricadute ambientali delle attività esercitativo-militari? E' stata approntata la relazione annuale della Difesa sul monitoraggio ambientale dei poligoni? Il pattuito Tavolo tecnico finalizzato a presentare i dati relativi ai controlli in materia di radioattività ambientale nelle aree militari, ha mai avuto luogo e con quali risultati? In cosa è consistito il supporto del ministero dell'Ambiente in materia di bonifica e ripristino ambientale delle aree militari? Sono state tenute - e con quali risultati - le previste Conferenze di Servizi in cui la Difesa avrebbe dovuto fornire informazioni sulle attività di caratterizzazione, di messa in sicurezza, di bonifica e di monitoraggio periodico delle matrici ambientali? "
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