VERSO LE COMUNALI

Primarie Pd, Giudici spara sul partito:
«Sono io l'unico volto nuovo»

di Daniele Giola

SASSARI. Determinata, senza peli sulla lingua, pronta a mettersi in gioco nonostante il vento del partito non sembri soffiare dalla sua parte. Alessandra Giudici indossa l'elmetto e affonda il colpo. Nella sede provinciale del Pd di via Mazzini, dove ha appena ufficializzato la sua candidatura alle primarie del centrosinistra, non c'è spazio per le classiche parole di "circostanza".

«E' sconvolgente che il Partito democratico abbia paura di una competizione con tanti candidati - ha detto l'attuale presidente della Provincia di Sassari -. Meriteremmo tutti un grazie dal partito e non di essere invece guardati con sospetto. Non vorrei che il sindaco di Sassari venga deciso a Cagliari da un patto tra dirigenti e che a Sassari venga soltanto ratificato». Pur precisando di non voler uscire dal Pd, la Giudici ha evidenziato la necessità di un'inversione di rotta. «Il Pd va cambiato da dentro e non da fuori - ha sottolineato -, e deve fare chiarezza con se stesso, a Sassari e in sede regionale, su cosa siano le primarie: un regolamento di conti? Un tentativo di contarsi tra correnti?». 

La presidente ha poi rivendicato i suoi nove anni di amministrazione provinciale «davanti al tentativo di far emergere la mia presunta inadeguatezza» e spiegato che si è proposta come sindaco «non da da sola, ma forte di 4700 firme depositate per la presentazione alle primarie». Il riferimento è agli altri quattro candidati in gara, «che rappresentano le anime del partito, secondo appartenenze e correnti».  «Tutti parlano di cambiamento, ma rispetto a cosa? - Si è chiesta ancora Giudici -. Ho massima stima dei altri concorrenti, ma sono tutti assessori o ex dell'amministrazione, dove sarebbe il cambiamento? L'unica novità a Palazzo Ducale sono io». 

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