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A San Pantaleo l'omaggio a Mina

OLBIA. Mina è un nome che evoca immediatamente un mondo di emozioni, di canzoni che hanno segnato intere generazioni, di una voce che, con la sua potenza e delicatezza, ha saputo raccontare l’amore, il dolore, la passione e la vita come pochi altri. Ma, dietro le hit che tutti conoscono e che hanno fatto la storia della musica italiana, si nasconde un repertorio più intimo, raffinato e meno esplorato. Un mondo musicale che rivela il lato più introspettivo della “Tigre di Cremona”, una donna che, pur avendo scelto di ritirarsi dalle scene nel 1978, continua a parlare attraverso la sua musica, lasciando tracce indelebili nel cuore di chi l’ascolta. Ed è proprio questo lato nascosto, quasi segreto, che il concerto “Mina ritratta in bianco e nero” intende portare alla luce, in una serata speciale che si terrà a San Pantaleo, mercoledì 11 settembre alle 22.

L’evento, parte del “Sound, Stone & Soul Festival”, rappresenta una tappa fondamentale di un viaggio musicale che si distingue per l’eleganza e l’originalità delle sue proposte. Sul palco del piazzale di via Molise, l’ensemble Laborintus guiderà il pubblico in un’esplorazione sonora delle mille sfaccettature di Mina, un’artista dal talento ineguagliabile, la cui carriera, iniziata alla fine degli anni ’50, ha attraversato decenni di storia musicale, rinnovandosi costantemente, ma rimanendo sempre fedele alla sua inconfondibile essenza.

A rendere omaggio a Mina sarà la voce potente e raffinata di Rita Casiddu, accompagnata da un trio di musicisti d’eccezione: Simone Sassu al pianoforte, Lorenzo Sabattini al contrabbasso e Jacopo Careddu alla batteria. Insieme, daranno vita a un percorso sonoro che, come suggerisce il titolo “Mina ritratta in bianco e nero”, si soffermerà sulle sfumature più sottili e profonde dell’artista. Il bianco e nero, infatti, richiama non solo un’estetica vintage che ben si sposa con la personalità di Mina, ma anche l’intensità emotiva che traspare dai brani meno noti, quelli che forse non sono diventati dei grandi successi commerciali, ma che racchiudono tutta la delicatezza e la complessità del suo mondo interiore.

Il repertorio scelto per la serata attinge da un vasto bacino di influenze musicali che hanno caratterizzato la carriera di Mina. Dagli autori italiani come Luigi Tenco, Domenico Modugno e Carlo Alberto Rossi, a quelli internazionali, come il brasiliano Antonio Carlos Jobim e lo spagnolo Joan Manuel Serrat, passando per compositori meno noti al grande pubblico, ma ugualmente fondamentali per comprendere la ricchezza della discografia della cantante. Questi artisti rappresentano, ciascuno a suo modo, le diverse sfaccettature della canzone d’autore, in cui Mina ha saputo inserirsi con una classe e una raffinatezza senza pari. Il progetto musicale proposto per questa occasione spazia tra diversi generi: dalle ballad jazz, che mettono in risalto la voce calda e profonda della Casiddu, al fusion, dall’acustico fino al tango, genere che ben rappresenta la passionalità che da sempre caratterizza l’interpretazione di Mina.

Questa serata non sarà però solo un viaggio musicale. Come nelle altre tappe del festival, anche qui la musica si sposerà con i sapori del territorio grazie alla degustazione di vini offerti dalle Tenute Faladas di Luras. Alle 19.30, prima dell’inizio del concerto, il pubblico avrà la possibilità di gustare i pregiati vini prodotti alle pendici del Monte Limbara, nel cuore della Gallura. Sotto il motto “Occorre pazienza per coltivare quello che si ama”, i vigneti di Giovanni Brundu e Claudio Bellu producono vermentini di grande eleganza come “Kenalìa” e “Linal’du”, ma anche rosati e rossi di carattere come il rosato “Isckèntu”, il nebbiolo “Kelùna” e il sangiovese “Nannieddu”. La cantina aderisce anche al progetto “La strada del Vermentino di Gallura”, un percorso che invita a scoprire le eccellenze enologiche del territorio, attraverso un viaggio on the road tra cantine e aziende locali.

Il “Sound, Stone & Soul Festival”, di cui il concerto “Mina ritratta in bianco e nero” rappresenta il quinto appuntamento, è una manifestazione organizzata dal Circolo musicale Laborintus di Sassari, una realtà attiva da oltre quarant’anni nel promuovere eventi culturali e musicali di grande qualità in tutta la Sardegna. Il festival nasce dalla collaborazione con il Consorzio Turistico di San Pantaleo e si avvale del sostegno di numerose istituzioni, tra cui la Fondazione di Sardegna, la Regione Sardegna, il Comune di Olbia e la Confcommercio Nord Sardegna. Rientra inoltre nella rete degli eventi promossi e finanziati dal progetto “Salude & Trigu” della Camera di Commercio di Sassari, volto a valorizzare il patrimonio culturale e turistico dell’isola.

Ma non è tutto. L’edizione di quest’anno del festival si distingue anche per il suo impegno verso la sostenibilità ambientale. Grazie alla collaborazione con la società Alberea, che da anni si dedica alla sensibilizzazione sull’emergenza climatica, durante la manifestazione sarà garantita la piantumazione di venti alberi nel “bosco Laborintus”, situato nel comune di Olbia. Un piccolo ma significativo contributo alla lotta contro il cambiamento climatico, che dimostra come la cultura e l’arte possano e debbano farsi promotrici di valori importanti per il futuro del nostro pianeta.

Una serata, dunque, che promette di regalare emozioni non solo attraverso la musica, ma anche attraverso i sapori e l’attenzione verso l’ambiente. Il consiglio per chi vorrà partecipare è di parcheggiare all’ingresso del borgo, per poi immergersi in un’atmosfera unica, fatta di note, parole e vini che raccontano una storia di passione, talento e amore per il territorio.
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