Roma, 6 nov. (Adnkronos) - "L’assenza di un’adeguata e moderna impiantistica di riciclo, recupero energetico e smaltimento appare particolarmente evidente nel Lazio, la Regione che più di altre alimenta il fenomeno del turismo dei rifiuti verso le altre Regioni". E' quanto emerge dall’analisi 'Le emergenze rifiuti in Lazio, Campania e Sicilia' illustrata da Fise Assoambiente nel corso dell’appuntamento annuale ad Ecomondo. Partendo dagli ultimi dati Ispra e dal Report Fise Assoambiente 'Per una strategia nazionale dei rifiuti', l’Associazione ha esaminato i contesti relativi a Lazio, Campania e Sicilia. "Nel Lazio mediamente ogni abitante produce 502 chilogrammi di rifiuti l’anno. Di questi quasi il 46% (circa 230 kg/ab/anno) viene raccolto in modo differenziato. La frazione organica rappresenta circa il 40% della differenziata con 532.659 tonnellate. Quasi i 2/3 (il 64%) dell''umido' raccolto nei cassonetti viene inviato fuori Regione per il successivo trattamento, a causa della carenza di adeguati impianti sul territorio. Solo il 36% viene sottoposto nel Lazio a processi che danno vita a compost e ammendanti vari", stima nell'analisi Fise Assoambiente. "I rifiuti raccolti in modo indifferenziato, il 54%, vengono avviati a impianti trattamento meccanico-biologico, ma solo come passaggio preliminare alla discarica (circa 41% dell’indifferenziato) e incenerimento fuori Regione (36,5%), diretti soprattutto verso Lombardia, Molise, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia - si legge - Dalla somma di questi due ultimi dati emerge che circa il 77% dei rifiuti provenienti da Tmb viene smaltito o incenerito, senza alcuna valorizzazione dei beni nel recupero di materia". "Solo l’11% dei rifiuti raccolti nel Lazio viene avviato a incenerimento, il 18% del totale prodotto viene smaltito nelle discariche presenti sul territorio o in altre Regioni d’Italia (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Puglia) - continua l'analisi - Nei prossimi 6 mesi la capacità residua delle discariche laziali sarà terminata, accentuando ulteriormente lo stato di emergenza". "Di fatto - conclude Fise Assoambiente - la Regione non pianifica impianti sul proprio territorio, ma affida i propri rifiuti a impianti di riciclo, valorizzazione energetica e discarica di altre Regioni, con evidenti diseconomie e forte impatto ambientale".