Scrive Michela Murgia nel suo libro "Viaggio in Sardegna" che, oltre l'isola delle cartoline e dei villaggi turistici, c'è' un'isola delle storie che vanno raccontate. Bonifacio Angius, il giovane regista sassarese approdato al festival di Locarno con il film Perfidia,ha registrato domenica un meritato successo di pubblico e critica, proprio perché è stato capace di raccontare una storia, cruda e drammatica come tante altre vissute nella sua terra. Angius ha affascinato la platea difficile di un festival giunto alla sua 67 edizione, con una storia complessa, prevalentemente malinconica, ambientata nella sua città, una delle tante province di un'Italia in piena crisi dove disperazione e angoscia dominano l'esistenza delle fasce più emarginate. Nella realtà di una terra piena di bellezze naturali, ma ricca di profonde contraddizioni sociali e umane, il bel film di Angius, unica produzione tutta italiana in gara, parla del rapporto difficile tra padre e figlio e tra due visioni del mondo che si scontrano prima e poi si ritrovano, quando forse però' è' troppo tardi. Nella storia struggente dei due si intravede in filigrana, ma in maniera cruda, l'esperienza di un figlio sfortunato desideroso di un'esistenza normale che la perfidia dell'ambiente circostante gli impedisce di raggiungere, un figlio che tenta anche di riscattarsi e di ritrovare, dedicandosi al padre, se' stesso, ma che non può' fare a meno di constatare il degrado di una situazione sociale che non gli offre futuro.
Quello di Angius è un film carico di emozioni, impreziosito da una fotografia intensa e da una colonna sonora piena di suggestioni, dove i silenzi che accompagnano i dialoghi parlano più dei dialoghi stessi perché esprimono una profondità di valori umani e personali tipici di una terra, la Sardegna, che con la sua cultura millenaria si rivela orgogliosa e pronta al riscatto anche attraverso l'espressione di questa sua nuova cinematografia. Da qui la soddisfazione del giovane regista sardo, quasi pago, come lui stesso ha affermato, della sola partecipazione ad un festival così prestigioso, ma che invece merita, a tutto tondo, un pieno riconoscimento dalla giuria internazionale di Locarno chiamata a giudicare i diciassette film in concorso.